Lei : "Ah ecco! Dimenticavo: tra le altre cose c’è anche la depressione.
La notte non dormo pensando a dove cavolo finiremo e se a 50 anni saremo ancora qui a cercare di fare qualcosa “da grande”.
Io sto anche scoprendo che tra il nascere donna in Paskistan e qui non è molto diverso. Loro non hanno la libertà e non saprebbero cosa farsene; noi l’abbiamo e non possiamo usarla perché siamo schiavizzate dalle mille stronzate che la società ha deciso di affibbiare alle donne.
Sigh."
Lui : "Io la notte non dormo pensando a dove diavolo sto andando e se a 50 anni avrò finalmente dimostrato di essere grande …
Essere uomo non è meglio : ti porti addosso un fardello di responsabilità che ogni giorno diventa più pesante e passi la vita a scavalcare ostacoli.
Forse anche gli uomini pakistani stanno meglio di noi …"
Lei : " Ma poi cosa vuol dire essere “grande” ? Aver avuto successo lavorativo o aver capito qualcosa dalla vita ? Magari qualcosa da insegnare ai propri figli ? "
Lui : " Essere grande vuol dire aver raggiunto un equilibrio … equilibrio tra affetti, relazioni, insegnamenti, stima, …"
venerdì 28 gennaio 2011
venerdì 14 gennaio 2011
Rockville 2011

C'è invece chi l'ha già fatta quattro volte e quindi da sempre.
Evento magico Rockville, frutto della mente fervida di Stefano e dei suoi compagni Lobos a cui noi tutti malati di ciclismo e fango saremo sempre riconoscenti.
Si svolge nel parco incantato e nei campi di grano attorno ad una villa abbandonata e diroccata di Villarocca, frazione fantasma della pianura padana.
Anche questo serve a creare quell'atmosfera di follia goliardica a cui noi non possiamo più rinunciare.
C'è anche la gara : un'ora di ciclopratismo, come ho sentito raccontare in un servizio degli anni '50, più un ultimo giro a tutta ... per chi ne ha ancora, si intende.

Di norma a complicare la cosa ci si mette il freddo del 6 gennaio, il fango che ti avvinghia a terra e qualche ostacolo messo qua e là a dar prova del masochismo di chi gioca in questo modo.

Come è andata ?
Se penso alla scatola di Augmentin che mi sono fatto fino al giorno prima e alla tosse che non mi lasciava respirare, non male ...

... ma poi cosa importa ?
Dovevate assaggiare lo zabaglione e la torta di rose oppure vedere le espressioni felici di Beppe, Angelo e Luigi per capire che Rockville è ben altra cosa.
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sabato 8 gennaio 2011
Le 7 vite di miss Shasta

Ricordo di averla attesa per l'intero pomeriggio, nella bottega di Franco Vianelli in via Mandolossa.
Franco era stato campione olimpico dilettanti nel 1968 e il suo negozietto, quella primavera del 1990 era un via vai continuo di ciclisti della zona.
Avevo aspettato con ansia il pomeriggio di quel sabato e Franco, dopo avermi squadrato dall'alto in basso, aveva preso una scatola di cartone dicendomi :"Questa è la tua".
Ricordo ancora l'euforia e la smania di caricarla in fretta sulla Ritmo di mio papà per potermela portare a casa.
Così come ricordo le gare di quegli anni a cavallo della Mt.Shasta Backwoods bianca : mentre sospasso Maurino in discesa a Provezze, o mentre corriamo come pazzi, io e Luigi verso Clusone durante la Cavalcata, o ancora nel fango di Carobbio mentre inseguo Marco.
Ricordo i giorni passati pedalando su e giù per le colline umbre con Franco e le corse a Pisogne, col cuore in gola più per l'emozione che per lo sforzo, a trovare quella Carla che poi sarà mia moglie.
Poi la voglia di alluminio, di rigidità e performance che il mio fisico poteva domare e miss Shasta passa nelle mani del mio amico Angelo.
E' per Rockville 2011 che miss Shasta torna nella mia vita.
Scherzando dico ad Angelo :"Dai vieni anche tu, recuperi una vecchia mtb, te la sistemo e ci andiamo insieme".
Detto fatto.
Un sabato, ancora un sabato, viene a casa mia e scarica, stavolta da un Touran, miss Shasta.
Elegante, bella, forse ancora più bella per gli anni passati.
La sistemo con la stessa cura e attenzione che Vianelli, vent'anni prima, le aveva dedicato togliendola da quel cartone : adesso è pronta.
Goditela Angelo.

venerdì 7 gennaio 2011
La montagna

Adoro la montagna.
E' il terreno ideale per tutti i miei divertimenti, per tutti i miei giochi.
Estate o inverno, caldo o freddo, trovo sempre qualcosa che mi faccia divertire in montagna.

E Filippo sta diventando il mio ideale compagno di gioco ...

martedì 4 gennaio 2011
Camilla is a royal name

"Papi, in che lingua parlano questi due ?"
"Sono inglesi" rispondo io a bassa voce per non apparire invadente, "e sono di Londra ...".
Riesco a distinguere abbastanza bene i vari accenti inglesi, mi piace farlo quando ascolto qualcuno che lo parla e informo Camilla con tono saccente.
"Posso dirgli qualcosa ?" chiede lei.
Poi, senza aspettare la mia risposta, si rivolge ai due signori seduti accanto a noi e dice "How are you ?"
La signora inglese esce dalla sua sciarpa di pile, sorride e risponde cortese "I'm fine, thank you".
Poi mi guarda con espressione stupita mentre io le dico :"She's trying to speak english ...".
Allora si rivolge a Camilla e chiede : "What's your name ?".
Camilla, con gli occhi sgranati mi guarda e mi fa : "mi ha chiesto come mi chiamo ...", e risponde "Milla, eh no, Camilla".
"Camilla is a royal name ..." dice il signore inglese che finora aveva assistito alla scena tra la piccola Camilla e sua moglie, "have a nice day, ..." ormai scendendo dalla seggiovia in direzione opposta alla nostra.
Camilla, felice per la sua chiacchierata, allora mi dice : "papà, quando finiamo di sciare, prima coloro la mucca di benessere poi studio inglese".
p.s. Camilla è una furbetta, io spesso la chiamo befana ... sulla seggiovia successiva si siedono in parte a noi due ragazzi chiaramente camuni ... si gira verso di me e mi chiede : "papà, che lingua parlano questi due ?"
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