martedì 22 marzo 2011

Vincere e perdere


"Filippo, non pensare al risultato ... gioca e divertirti ..."

Avrei voluto dire così, o meglio avrei dovuto dire così, a mio figlio quando, dopo due partite vinte il risultato contro il Bergamo non dava alcuna speranza di conquistare anche il torneo.

E lui carico di tensione mi fissava sperduto dal campo con l'espressione carica di rabbia e di orgoglio ferito.

D'altronde lo sport è questo ... si dice sia metafora della vita ... è vincere e perdere.

Anche la vita è così, Filippo : oggi vinci e ti senti forte, grande e potente.

Ma subito dopo puoi perdere, trovarti solo, chiuso in un angolo e in difficoltà ... ma non per questo meno valoroso e forte di come lo eri poco tempo prima.

sabato 19 marzo 2011

I caproni italiani

"Qualcuno ha strappato due tricolori dalle ringhiere del balcone del mio ufficio e gli ha dato fuoco.

Sono ragazzi del posto che si divertono anche così, poveri caproni che passando schiamazzano e imprecano, tagliano i fili delle luci di Natale, rompono bottiglie sulla strada, prendono estintori del centro commerciale e li gettano nel prato sul retro.

Forse lo hanno fatto solo per noia, forse perché si sentono molto bresciani e poco italiani.

In questi giorni, in cui tutti parlano del Risorgimento e dei grandi eventi e personaggi storici, ho sentito poche persone citare le dieci giornate di Brescia.

Montanelli diceva che un popolo che non conosce la sua storia è un popolo senza futuro.

Mi piacerebbe poter mostrare a questi ragazzi cosa furono le dieci giornate.

Vorrei che incontrassero il tenente maresciallo Julius Jacob von Haynau, comandante dell'I.R.(imperial regio) II Corpo d'armata richiamato d’urgenza ,nella primavera del 1849, dall’assedio di Venezia per dare una lezione ai ribelli bresciani.

I suoi connazionali lo chiamavano la tigre asburgica i nostri lo avrebbero ribattezzato la iena di Brescia.

Divenne noto e odiato in tutta Europa per la sua brutalità contro i civili nella repressione delle rivolte sia in Italia che in Ungheria.

Quando si trovo a viaggiare al di fuori dell’impero la sua fama gli procurò qualche disavventura.

A Bruxelles si salvò a stento da una folla inferocita.

A Londra, un gruppo di facchini di una birreria che stava visitando, lo presero a bastonate, provocando quasi un incidente internazionale.

Quando Giuseppe Garibaldi si recò in Inghilterra nel 1864, volle a tutti i costi visitare la birreria per ringraziare «gli uomini che avevano battuto Haynau».

Abbasso i caproni italiani di tutte le epoche, evviva lo spirito di Garibaldi e di quella massa enorme di uomini noti e sconosciuti che hanno fatto grande l’Italia.

E dopo non essere riuscito a reggere per più di 5 minuti la serata di Vespa e Baudo in TV, mi viene anche spontaneo un evviva Aldo Cazzullo, che nello stesso momento citava la rivolta di Brescia su un’altra rete.

PS: questo non è il mio ufficio, ma anche io ovviamente ho rimesso i tricolori, questa volta fuori dalla portata delle capre."

il mio amico Gigi

giovedì 3 marzo 2011

Markettari&Copy ... imparate

"Tutti i sacrifizi impostici con i prezzi modici e con
una produzione che è la più perfetta attingono
dalla nostra dottrina :

facilitare le vendite con
un prodotto che ha raggiunto
il diapason della
perfezione e della estetica
fornendo delle biciclette
di

UN VALORE SUPERIORE AL COSTO."
(Ideal, 1939)