sabato 19 marzo 2011

I caproni italiani

"Qualcuno ha strappato due tricolori dalle ringhiere del balcone del mio ufficio e gli ha dato fuoco.

Sono ragazzi del posto che si divertono anche così, poveri caproni che passando schiamazzano e imprecano, tagliano i fili delle luci di Natale, rompono bottiglie sulla strada, prendono estintori del centro commerciale e li gettano nel prato sul retro.

Forse lo hanno fatto solo per noia, forse perché si sentono molto bresciani e poco italiani.

In questi giorni, in cui tutti parlano del Risorgimento e dei grandi eventi e personaggi storici, ho sentito poche persone citare le dieci giornate di Brescia.

Montanelli diceva che un popolo che non conosce la sua storia è un popolo senza futuro.

Mi piacerebbe poter mostrare a questi ragazzi cosa furono le dieci giornate.

Vorrei che incontrassero il tenente maresciallo Julius Jacob von Haynau, comandante dell'I.R.(imperial regio) II Corpo d'armata richiamato d’urgenza ,nella primavera del 1849, dall’assedio di Venezia per dare una lezione ai ribelli bresciani.

I suoi connazionali lo chiamavano la tigre asburgica i nostri lo avrebbero ribattezzato la iena di Brescia.

Divenne noto e odiato in tutta Europa per la sua brutalità contro i civili nella repressione delle rivolte sia in Italia che in Ungheria.

Quando si trovo a viaggiare al di fuori dell’impero la sua fama gli procurò qualche disavventura.

A Bruxelles si salvò a stento da una folla inferocita.

A Londra, un gruppo di facchini di una birreria che stava visitando, lo presero a bastonate, provocando quasi un incidente internazionale.

Quando Giuseppe Garibaldi si recò in Inghilterra nel 1864, volle a tutti i costi visitare la birreria per ringraziare «gli uomini che avevano battuto Haynau».

Abbasso i caproni italiani di tutte le epoche, evviva lo spirito di Garibaldi e di quella massa enorme di uomini noti e sconosciuti che hanno fatto grande l’Italia.

E dopo non essere riuscito a reggere per più di 5 minuti la serata di Vespa e Baudo in TV, mi viene anche spontaneo un evviva Aldo Cazzullo, che nello stesso momento citava la rivolta di Brescia su un’altra rete.

PS: questo non è il mio ufficio, ma anche io ovviamente ho rimesso i tricolori, questa volta fuori dalla portata delle capre."

il mio amico Gigi

3 commenti:

  1. Pensa che in tutti i centri commerciali di Brescia e provincia hanno fatto il tutto esaurito x tutto il giorno ... ALTRO CHE CAPRONI o BULLI DI QUARTIERE!!!!!! d'altronde ogni popolo merita ciò che dimostra di essere: spero nel mio piccolo di fare la differenza. almeno x i miei figli

    Angelo

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  2. Bruciare una bandiera (di qualsiasi nazione) è una cosa vergognosa, a maggior ragione quella del proprio stato.
    Questo è valido per i caproni (adulti) mediorientali, i quali sono soliti bruciare bandiere israeliane e americane e per i caproni (adulti) nostrani che oltre ad essere soliti bruciare le due bandiere già citate nelle piazze d'Italia, bruciano anche la propria senza pensarci due volte.
    Queste cose anch'io le insegno ai miei figli, i quali spero vivamente non si lasceranno influenzare dai coetanei nel periodo adolescenziale in cui si è soliti fare sciocchezze (ricordate il nostro gruppo di amici cosa faceva? Dai, non serve che lo scriva...) e ancor di più nel loro periodo adulto, quando dovranno testimoniare la loro coscienza civica.
    Cesare

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  3. Nessuno parla della rivolta bresciana come nessuno parla della gloriosa repubblica romana del 1849 perchè queste storie, caro Cristiano, fanno parte di un'epopea molto "repubblicana" e molto poco "sabaudo-clericale". Se qualcuno leggesse qualche articolo della Costituzione della Repubblica romana del 1849 si accorgerebbe di quanto fosse anticipatrice dell'attuale nostra Costituzione. La tua città, caro Cristiano, in quelle 10 giornate fu tradita proprio dai "clerico-sabaudi" che l'abbandonarono alle grinfie di gatti (non leoni)come Heynau e Radesztky, come abbandonarano la Repubblica romana ai becchi dei galletti francesi.
    Il sud come il nord hanno pagato con lo stesso sangue l'unificazione e le sue contraddizioni. Oggi dovremmo essere tutti pari, cioè tutti italiani, tuttavia gli esecrabili episodi di bandiere bruciate si vedono proprio in quelle regioni che per prime iniziarono la lotta per l'unificazione, chiamando a raccolta i fratelli italiani di tutte le parti. E' veramente triste e penso che certa gente meriterebbe di provare per un pò a vivere sotto i talloni chiodati austro-tedeschi.
    Cristiano, anche per questi "caproni" dobbiamo lottare sempre da italiani, come gli italiani (tutti) di Monte San Michele e del Piave, che fecero commuovere, quanto a valore, persino americani come E. Hemingway.

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